Un lavoro sempre molto richiesto all’estero – e sappiamo che questa frase, detta in un tempo di crisi e disoccupazione, subito fa “drizzare le antenne”: stiamo parlando della professione di croupier.
Non serve andare a Las Vegas, basta guardare ai grandi casinò d’Europa dove la richiesta di professionisti, in tal senso, è in crescita costante, essendo il gioco d’azzardo una solida realtà economica da molti anni. L’Italia “insegue”: è partita tardi ma sta cercando di recuperare terreno, anche se c’è ancora molta strada da fare.
Concedeteci anche una piccola digressione storica: quello del croupier è un mestiere nobile che ha una storia antica, e un tempo veniva tramandato di padre in figlio. Il termine “croupier”, inoltre, deriva dal francese Chavalier Accroupi, che significa letteralmente “accovacciato” e stava a indicare la persona che stava appunto in quella posizione accanto ai giochi per servire i clienti dei casinò.
E ora entriamo più nel dettaglio di questa professione.
Innanzitutto, per diventare un buon croupier, bisogna avere attitudine al calcolo matematico, velocità e abilità nei movimenti (più veloce è il croupier, più giocate si fanno, più il casinò guadagna), buona predisposizione ai rapporti interpersonali, flessibilità negli orari di lavoro e conoscenza delle lingue straniere.
Un ruolo di primo piano
Il croupier si occupa della gestione dei tavoli da gioco: accetta le scommesse, controlla che tutto venga svolto regolarmente, ritira le puntate perdenti e paga le vincite; maneggia abilmente le fiches e distribuisce le carte in modo corretto. Deve inoltre occuparsi degli aspetti che riguardano l’assistenza al cliente come, ad esempio, l’illustrazione delle regole del gioco quando serve (soprattutto nei contesti in cui i giocatori sono amatori e non professionisti). Last but not least, deve essere sempre in ordine e di “buona presenza”.
Esistono, su tutto il territorio nazionale, diversi enti che organizzano corsi professionalizzanti, a cui ci si può iscrivere se in possesso di un diploma di scuola superiore.
Di seguito, vi diamo qualche consiglio per fare la migliore scelta possibile a livello di formazione.
Innanzitutto, bisogna diffidare dei corsi troppo corti: una formazione dovrebbe avere una durata minima di almeno due mesi per far sì che i concetti e gli argomenti vengano compresi e “fatti propri”.
E a proposito dei temi trattati, è importante scegliere un corso che sia il più completo possibile da questo punto di vista.
Ciò significa che più giochi vengono approfonditi dal punto di vista tecnico meglio è: si parte dai grandi classici, quindi Roulette, Poker, Blackjack e tutte le loro varianti; poi, ogni gioco “supplementare” che viene appresso è, naturalmente, il benvenuto. Fondamentale è anche capire e approfondire le dinamiche di un casinò, l’organizzazione interna e i servizi di accoglienza per i clienti.
Infine, da considerare nella propria scelta è anche l’assistenza fornita dall’ente di formazione nel periodo immediatamente successivo alla fine del corso, quando è il momento di collocarsi nel mercato del lavoro.
In bocca al lupo a tutti i futuri croupier: che presto possano dire, di fronte a una roulette “les jeux sont faits”.
Intervista a Marcello Cascone
di Lorenzo Invernizzi
Marcello Cascone, direttore di Gaming School, ci spiega i passi fondamentali per la formazione in roulette, giochi di carte cosidetti “aleatori” e poker.
La Gaming School di Marcello Cascone prevede anche un modulo per tecnico di area slot, che può essere abbinato al corso di croupier più tradizionale. Laureato in Scienze politiche, Cascone ha cominciato la sua carriera nel ’98: dopo il corso di formazione a Sanremo, ha iniziato da subito a lavorare nel Regno Unito, un’esperienza che egli stesso definisce molto importante per la sua crescita professionale.
“La nostra offerta formativa – afferma Cascone – prevede la roulette, Il black jack e il poker caraibico, a tre carte, Texas hold’em e Omaha”.
Durante le lezioni di roulette agli allievi vengono proposti esercizi di manualità con le fiches e altri per l’apprendimento mnemonico dei payout di base e la conversione fiches-denaro.
“Di questo gioco insegnamo le varianti inglese e americana, che danno la possibilità di lavorare ovunque” spiega il direttore della Gaming school. Soprattutto per quanto riguarda il poker, per i casinò si rivela piuttosto oneroso il mantenimento di spazi destinati al gioco “dal vivo”.
Diverso il discorso per le slot machine online, che Cascone sul suo sito definisce il “cuore pulsante di una casa da gioco”.
“I nostri corsi di operatori di area slot sono attivi da tre anni – spiega Cascone -. Siamo gli unici in Italia. In questo settore la formazione avviene perlopiù in ambito aziendale. I percorsi formativi per i croupier hanno una durata di tre mesi per un totale di 300 ore con frequenza giornaliera, mentre agli allievi dell’area slot è richiesto un impegno di un mese full time o due mesi part time, da lunedì a venerdì. Nei nostri corsi si impara la manutenzione ordinaria e straordinaria delle apparecchiature da casinò e delle new slot e viene fornito qualche cenno sulle Vlt (videolotterie, ndr)”.
Tre professionisti per una slot
Sono tre, principalmente, le figure professionali che lavorano nell’area slot: le slot floor persons, le slot hosts e i tecnici slot. I primi si occupano principalmente dell’accoglienza e dell’assistenza ai clienti, con particolare riguardo verso gli ospiti più frequenti o che utilizzano le macchine “high stakes”.
“Dagli anni ’90, con la diffusione di distributori automatici e di slot in grado di accettare anche le banconote, è progressivamente venuto meno il loro ruolo di cambiamonete – afferma il direttore della scuola -. I tecnici slot, invece, si occupano del funzionamento degli apparecchi. Le slot floor persons, infine, coordinano l’operato di uno o due addetti, vengono assegnate a un’area che può coprire oltre cento apparecchi, verificano le contestazioni del cliente per il malfunzionamento degli stessi e monitorano le operazioni di ripristino della tramoggia (il contenitore per la raccolta delle monete, ndr)”. Con gli sviluppi tecnologici che queste macchine hanno incontrato negli ultimi decenni, spiega Cascone, “ora occorre una solida conoscenza delle funzioni elettroniche, delle tecniche di saldatura, oltre che dei sistemi di monitoraggio dei giocatori. Il tecnico slot ha a che fare con monitor, schede madri, oscilloscopi e multimetri. Nell’operatività quotidiana di una sala da gioco vi sono tramogge che si inceppano, stampanti che si incantano e clienti che spesso hanno fretta di riscuotere la loro vincita”.
La scelta della scuola
Sul suo sito Cascone fornisce alcuni consigli per scegliere la giusta scuola:
“L’esiguo numero di case da gioco in Italia, se paragonato a quello di altri Paesi, rende più difficile il reperimento di informazioni” scrive il croupier. Primo punto: la durata del corso, che dovrebbe essere almeno di 2 mesi, per sei ore al giorno e cinque giorni la settimana (240 ore).
“A riguardo, raccomando di prendere prima visione del programma – spiega Cascone -. La roulette, il gioco più difficile da gestire, richiede da sola almeno un mese per essere digerita. A differenza dei giochi di carte, più statici, la roulette richiede maggiori capacità di concentrazione e memorizzazione e abilità di calcolo più spiccate. Le regole di puntata non sono stabilite a priori, come nelle carte”.
I quattro pilastri
I quattro giochi maggiormente diffusi e che quindi andrebbero affrontati nel corso delle lezioni sono: la roulette inglese, il poker caraibico, il black jack e il texas hold ‘em. Può inoltre essere utile conoscere il poker a tre carte per il mercato britannico e la roulette americana per le navi da crociera e gli altri Paesi al di fuori del Regno Unito e della Francia.
“E’ inoltre importante che gli allievi vengano formati riguardo a tematiche quali l’organizzazione interna e le dinamiche che ricorrono all’interno di una sala da gioco tradizionale, la patologia del gioco d’azzardo e il customer service” prosegue Cascone. Terzo punto: la professionalità dei formatori. “Personalmente consiglio di scegliere le aziende che si dimostrano più trasparenti – aggiunge il croupier -. Gli aspiranti corsisti possono richiedere alla scuola il curriculum dei loro formatori: le scuole dovrebbero anche offrire la possibilità di incontrare gli insegnanti prima dell’inizio del corso. Per chi abita vicino a queste strutture può essere utile fare una visita senza preavviso. Qualora queste opzioni non fossero possibili, suggerisco di cercare su Internet qualche informazione sugli insegnanti. Se abitate lontano, chiedete un colloquio via Skype. La professionalità è accompagnata quasi sempre da cortesia e disponibilità”.
Evitate corsi troppo affollati
Il vademecum di Gamingschool.it tratta quindi l’aspetto dell’organizzazione e del numero di partecipanti: innanzitutto è bene capire se gli orari del corso sono adattibili agli impegni lavorativi e famiglia, per poi assicurarsi che il numero di allievi per classe non sia eccessivo.
“Per gestire una classe di oltre 15 persone occorre un alto grado di competenza o quantomento l’ausilio di assistenti” commenta Cascone. Il quinto e ultimo aspetto da tenere in considerazione è l’assistenza post corso. “Cercate di rivolgervi a operatori che siano in grado di offrirvi un impiego al termine del percorso formativo – mette in guardia Cascone -. Fino a quando non si viene inseriti all’interno di una casa da gioco, è importante continuare nella pratica quotidiana, in particolar modo per quanto riguarda la roulette, allo scopo di conservare le abilità manuali e di calcolo e la comprensione delle dinamiche di gioco ai tavoli. Consiglio quindi di scegliere centri di formazione che offrono ore di assistenza durante le quali esercitarsi, possibilmente comprese nel prezzo del corso”.